FAQ

Emozioni e affetti

Il calcio ha impatti molto positivi sulle ragazze e sulle donne che lo praticano.

Lo dimostra una ricerca scientifica, la più ampia su questo tema, effettuata su più di 4.000 ragazze dai 13 anni in su, provenienti da Danimarca, Inghilterra, Germania, Spagna, Polonia e Turchia, commissionata dalla UEFA e condotta dal Dott.Paul Appleton dell’University of Birmingham.

In particolare, le teenager che giocano a calcio hanno mostrato di avere livelli più alti di fiducia in se stesse, autostima, benessere e motivazione, sia rispetto alle ragazze che non praticano nessuno sport che rispetto a quelle che praticano altri sport.

In un’età come quella adolescenziale, in cui l’autostima è messa a dura prova, il calcio semba davvero contribuire, in maniera importante, ad accrescere la fiducia. Far parte di una squadra di calcio, infatti, aumenterebbe l’autostima, aiuterebbe a superare l’ansia e a credere maggiormente in loro stesse, punto cruciale per il raggiungimento degli obiettivi.

Per approfondire

Si consiglia di cercare d fargli/le capire, senza arrivare a vietarli/le di andare a fare allenamento, che e’ importante che riesca ad organizzare il suo tempo, in modo da dedicarsi ad entrambe le attività magari, ad esempio, anticipandosi i compiti nei giorni precedenti. Ad ogni modo all’inizio lo/la aiuterei in questa nuova organizzazione.

Quando mio figlio mi dice che non vuole che io assista alle sue partite partite, come devo rispondergli?

Si consiglia di accettare la sua decisione, rimarcandogli che la cosa importante e’ che lui si diverta. Il fatto che non voglia essere visto mentre gioca potrebbe essere dovuto al suo timore di scarsa performance (ad esempio il non riuscire a segnare), per tale motivo e’ fondamentale cercare di fargli/farle capire che per lei e’ importante condividere con lui il momento dello sport a prescindere dai risultati. Aspetterei che sua figlio/sua figlia decida di invitarla a vederlo/a, senza insistenza da parte sua.

Si consiglia di prendersi un po’ di tempo per parlare con lui/lei dell’importanza del calcio come divertimento, assicurandomi che per lui/lei venga cosi’ percepito, facendogli/le capire l’importanza di considerarlo in questa prospettiva. Spesso succede che i ragazzi, a volte anche inconsapevolmente, rispondano alle aspettative dei genitori, immaginando che questi ultimi li vogliano campioni a tutti i costi.

Cercando di fargli/le capire che bisogna anche saper perdere, senza grossi drammi. E’ fondamentale che lui/lei non si senta responsabile per la sconfitta, ma che la viva come un incentivo a riprovarci.

Cercando di dargli/le riscontri positivi, interessarsi a come si sente con i compagni di squadra e valorizzandone gli aspetti positivi.

Il passo più importante e’ che voi genitori, per primi, consideriate il calcio un divertimento, ad esempio chiedendogli se si divertite con i suoi compagni di squadra, se l’esperienza calcistica lo rende felice, incitandolo anche quando sbaglia o crede di non farcela, spostando cosi’ l’attenzione dalla competizione al piacere del gioco e dello stare insieme agli altri.

I rimproveri andrebbero evitati in caso di errori in uno sport, che dovrebbe essere innanzitutto divertimento.

Cerco di capire se queste emozioni servono per farmi giocare meglio o se sono troppo intense e mi ostacolano durante la partita. Nel secondo caso, ne parlerei con l’allenatore.

Cerco di riflettere sul fatto che ci possono giorni in cui la mia prestazione e’ migliore e giorni in cui, per una serie di fattori, lo e’ un po’ meno, ma questo non vuol dire che io non sia bravo/a.

Ne parlo con i miei compagni e con il nostro allenatore per trovare il modo di accettare la sconfitta, cercando di capire cosa fare per migliorare.

Relazioni

Si consiglia di parlare con il ragazzo/la ragazza, spiegandogli/le che e’ importante informare dell’accaduto l’allenatore. Dopo aver spronato il ragazzo/la ragazza a condividere questa situazione con l’allenatore, lo aiuterei concretamente a parlarne con l’allenatore, magari anche insieme agli altri compagni.

Potrebbe essere utile invitarlo/a ad anticipare, per quanto possibile, i compiti nei giorni precedenti all’allenamento, in modo da non dover rinunciare al suo momento di divertimento, responsabilizzandolo/a cosi’ a fare una scelta in modo da potersi poi ritagliarsi uno spazio per il gioco.

Facendogli/le capire che il primo obiettivo del calcio, soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza, e’ quello di divertirsi e che una forte pressione affinche’ faccia goal potrebbe produrre effetti opposti, quale ansia da prestazione dovuta al forte desiderio di fare goal che potrebbe interferire negativamente con la sua performance.

Sarei molto chiaro/a con loro dicendo che nella vita si puo’ anche sbagliare, ma che un rimprovero, soprattutto in ambito calcistico, in cui il primo obiettivo e’ quello di divertirsi, non mi aiuta di certo.

Cerco di interagire almeno con uno dei miei compagni; e’ possibile che vedendomi distante potrebbero pensare che sia io a non voler parlare con loro. Se vedo che non ci riesco ne parlo con l’allenatore.

Ne parlo con l’allenatore, in modo da farmi aiutare a capire come poter gestire la situazione al meglio.

Devono essere caratterizzati da un clima di interazioni positive, in cui i membri della famiglia dialogano e si raccontano la propria giornata. E’ importante che non ci siano tv e telefoni accessi o giornali e libri aperti.

Attività motoria

Nonostante i numerosi vantaggi che lo sport giovanile offre, la partecipazione in questa attività subisce un decremento durante l’infanzia e l’adolescenza. I tassi di abbandono nel calcio giovanile di cinque paesi europei è di circa 700.000 giovani di età 10-18 anni ogni anno. Riportando in percentuale annua i ragazzi che abbandonano il calcio sono mediamente il 23,9%. L’analisi ha indicato che i tassi di abbandono annuali sono stabili dall’età di 10-19 anni, con tassi più alti per le ragazze (26,8%) rispetto ai ragazzi (21,4%). Ogni anno quindi circa un quarto dei giovani calciatori lascia questo sport.

Møllerløkken NE, Lorås H1, Pedersen AV. A systematic review and meta-analysis of dropout ratesin youth soccer. Percept Mot Skills. 2015 Dec;121(3):913-22. Doi: 10.2466/10.PMS.121c23x0. Epub 2015 Nov 23.

L’obiettivo in questa fase e’ quello di mantenere un livello base di preparazione atletica che consenta una volta trovata una squadra di potersi allenare con il gruppo avendo meno difficoltà possibili. Generalmente in questa fase vengono prevalentemente stimolate le capacità condizionali resistenza e mobilità articolare, se viene tesserato durante la stagione non devono essere trascurate neanche la forza e la velocità. In aggiunta sono necessarie delle valutazioni fisiche iniziali per impostare un corretto programma di allenamento individuale. Da tutta questa analisi deriva la considerazione che affidarsi ad un professionista che valuti e segua la sua condizione attuale sia la scelta adeguata.

La postura è un campo di interesse e di studio molto complesso. La complessità deriva dalla variabilità degli elementi considerati e dalla struttura morfologica (mucolare e scheletrica) che ogni individuo possiede. L’indicazione che ne deriva è quindi quella di effettuare la prima valutazione posturale nei giovani terminata la pubertà se non sono presenti criticità evidenti riscontrate anche dal pediatra.

La velocità è una delle capacità condizionali insieme a forza, resistenza e mobilità articolare. L’allenamento delle capacità condizionali (generalmente dovute anche ad una componente genetica difficilmenet modificabile)deve essere impostato non solo in base al livello iniziale posseduto, ma anche in base all’età cronologica ma soprattutto biologica del bambino. L’importanza dell’allenamento alla velocità varia quindi in base agli obiettivi dell’allenamento dettati dallo sviluppo fisico del bambino. Diviene quindi importante la conoscenza del soggetto per una corretta impostazione del programma di allenamento, in particolare della velocità.

La pratica di uno sport a livello giovanile prevede un impegno in media di 2 oppure 3 allenamenti ed una partita ogni settimana. Le linee guida indicano che i giovani dovrebbero svolgere un ora di attività fisica al giorno di intensità moderata/vigorosa. Appare dunque che il livello di attività motoria sia ai limiti. Lo scopo del presente studio è stato quello di verificare lo stile di vita dei giovani che praticano sport. In totale sono stati indagati più di 3000 adolescenti dagli 8 ai 18 anni per verificare il livello di attività fisica settimanale ed il peso corporeo. L’85,6% avevano un peso corporeo all’interno del range di normalità per sesso ed età, mentre il 14,4% erano sovrappeso oppure obesi. Nel campione esaminato il valore di riferimento di attività fisica viene disatteso in quanto non viene svolta quotidianamente. A conferma che il tempo trascorso in attività fisica per i nostri giovani è scarso, lo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare) colloca l’Italia all’ultimo posto: solamente il 10% dei giovani dichiara di fare almeno 1 ora al giorno di questa attività, con una maggiore prevalenza per il sesso maschile. L’iscrizione a una società sportiva e la pratica dello sport appare solamente ridurre il rischio di un incremento ponderale nei giovani, deve inoltre essere posta l’attenzione al tempo trascorso in atteggiamenti sedentari durante la giornata. Sebbene la condizione di sovrappeso sia inferiore rispetto ad altre zone d’Italia e del mondo, i livelli di attività fisica e il tempo trascorso in atteggiamenti sedentari non sono in linea con le raccomandazioni. Deve essere quindi impostata una strategia di prevenzione basata sulle evidenze rivolta ai ragazzi e alle famiglie.

  • Mascherini G, Petri C, Calà P, Bini V, Galanti G. Lifestyle and resulting body composition in young athletes. Minerva Pediatr. 2016 Dec 22.
  • Petri C, Mascherini G, Bini V, Anania G, CALà P, Toncelli L, Galanti G. Integrated total body composition versus Body Mass Index in young athletes. Minerva Pediatr. 2016 Apr 8.
  • Petri C, Mascherini G, Bini V, Toncelli L, Armentano N, Calà P, Galanti G. Evaluation of physical activity and dietary behaviours in young athletes: pilot study. Minerva Pediatr. 2015 Sep 11.
  • Mascherini G, Petri C, Calà P, Bini V, Galanti G. (in stampa) Attività fisica e prevenzione primaria: valutazione dello stile di vita nei giovani Epidemiologia e Prevenzione

Gli aspetti da tenere in considerazione sono principalmente l’appetito e la qualità del sonno.

Gli aspetti da tenere sotto controllo sono eventuali dolori alle ginocchia, alle caviglie e dolori muscolari persistenti.

Il primo passo da fare è assicurarsi che nella società sportiva sia presente un preparatore atletico laureato.

E’ necessario avere una valutazione completa auxologia per valutare il da farsi.

Prima di qualsiasi intervento deve avvenire una valutazione a 360° del ragazzo per effettuare l’intervento più idoneo.

Alimentazione

L’alimentazione costituisce il fondamento per la prestazione fisica fornendo il carburante per il lavoro biologico e le specie chimiche per l’estrazione e l’utilizzo del potenziale energetico contenuto negli alimenti.

Una sana dieta per l’Atleta E’ quella che tiene conto di fattori fisiologici,sociologici e psicologici. Molte qualità di regimi alimentari possono essere ottimali. La base di una ottima dieta è una grande varietà di cibi. Variare la qualità dei cibi Modulare la quantità di cibo per mantenere il peso Dieta povera di grassi saturi e colesterolo Dieta ricca di verdure frutta e prodotti del grano Zucchero con moderazione Sale e Sodio con moderazione Vino e alcolici in moderazione. In particolare La performance atletica non dipende dal pasto pre- gara.L’obiettivo del pasto pre- gara è quello di dare fluidi,energetici per la competizione. Quindi cibi graditi all’atleta, ben tollerati e che l’atleta mangia di solito.

Quindi per rispondere al quesito, il pranzo deve essere dosato in base all’ intervallo di tempo che separa la fine di tale pasto con l’inizio dell’allenamento. Nello specifico, se il tempo che intercorre è tra la fine del pasto e l’allenamento è tra 1 e 2 ore, potrà essere più costituito da un primo piatto semplice, con 1-2 cucchiai di parmigiano e da 1 fetta di dolce casalingo OPPURE n.1 frutto fresca di stagione.

Dipende da quanto tempo passa tra la fine del pasto e l’inizio dell’attività fisica. In generale, se passano tra le 2 e le 3 ore, si consiglia di fare un pasto completo costituito da un primo piatto ed un secondo piatto con contorno e pane.

L’acqua deve essere la principale fonte di idratazione: è buona norma bere un quarto di litro ogni 15-20 minuti circa durante l’allenamento. Dopo l’attività il consiglio è di bere acqua fresca a piccoli sorsi ogni quarto d’ora.

Sia a crudo che a cotto, la carne di pesce è più digeribile delle altre carni per il basso contenuto di tessuto connettivo. Questa sostanza è un poco come il cemento fra le fibre muscolari ed è costituito da proteine più solide e rigide di quelle dei muscoli. Il connettivo richiede tempi di cottura molto più lunghi per essere reso morbido e digeribile.

I legumi sono da considerarsi come secondo piatto però non da soli, perché non sono completi di tutti gli aminoacidi necessari (gli elementi più semplici che costituiscono le proteine). I legumi infatti sono spesso carenti in metionina e in cistina.

Bisogna mangiarli con i cereali che completano questo apporto e rendono l´insieme capace di sopperire alle necessità proteiche dell´organismo. Pasta e fagioli, o riso e piselli ad esempio, possono giocare una buona partita di equilibrio.

La frequenza di consumo utile è di 1/2 volte a settimana, comunque da armonizzarsi all’interno del gruppo di carni.

Il regime alimentare e l’eventuale esclusione di alcuni alimenti è consigliata solo dopo una accurata valutazione dello stile di vita ed in particolare dalla valutazione delle calorie introdotte e quelle spese sia per l’attività fisica che per il metabolismo.

Oggi è possibile avere queste informazioni con una serie di valutazioni che sono proprie di uno specialista.