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Rita Guarino al Museo del Calcio: “Vedere la mia maglia azzurra del 1991 in questo Museo è una grande emozione”

L’ex attaccante della Nazionale, nel 2017 aveva donato al Museo del Calcio la maglia indossata in occasione del Mondiale organizzato in Cina nel 1991.

venerdì 16 ottobre 2020

Rita Guarino al Museo del Calcio: “Vedere la mia maglia azzurra del 1991 in questo Museo è una grande emozione”

La maglia dell’esordio in Nazionale, del primo gol in azzurro, in occasione del primo Mondiale femminile della storia. Questo rappresenta la maglia numero 18 indossata da Rita Guarino nel Mondiale 1991 disputato in Cina, conservata nella teca del Museo del Calcio dedicata alla Nazionale femminile.

Rita Guarino è tornata a Coverciano per il corso allenatori UEFA Pro ed ha trovato uno spiraglio di tempo per visitare il Museo della Nazionale.  

Che effetto le fa tornare al Centro Tecnico Federale di Coverciano? 

"E’ sempre un piacere e un grande onore. Coverciano per me è una seconda casa, ho avuto la fortuna di essere ospite per più di vent’anni, dalla prima convocazione in nazionale maggiore come giocatrice fino al mio ultimo raduno come selezionatrice della nazionale Under 17".  

Che sensazioni prova e che effetto le fa sapere che la sua maglia della Nazionale, indossata in occasione del Mondiale del 1991, è esposta al Museo del Calcio? 

"Per me è una grande emozione, perché quella maglia fissa un momento storico tra me e il calcio femminile, sotto il comune denominatore del debutto. Difatti il mondiale del 1991 è stato il primo in assoluto svoltosi sotto l’egida della Fifa, è stato il mondiale del mio esordio in maglia azzurra, è stato il mondiale del mio primo gol in Nazionale e, soprattutto, rappresenta e segna la nascita della mia passione per questo sport".

Il Museo del Calcio, oltre a raccontare la storia degli Azzurri e delle Azzurre, ha come obiettivo quello di educare i più giovani ai valori dello sport. Cosa si sentirebbe di raccontare ad un bambino che si trova davanti alla sua maglia?

"Con quel bambino, con molta probabilità, utilizzerei la metafora del “treno”.  Racconterei di essere stata convocata in sostituzione di una compagna, di come sia importante saper cogliere l’attimo e di come sia indispensabile mettersi in gioco per superare quelle difficoltà che sembrano invalicabili".

Che ricordo ha di quel Mondiale del 1991 in Cina?

"Al di là dell’esperienza sportiva, il ricordo è prima di tutto culturale. Abbiamo attraversato il mondo per arrivarci e, personalmente, fu straordinario persino lo scalo a Mumbai. Prima di quel momento mi ero affacciata solo in qualche occasione oltralpe, nella vicina Francia. Il ricordo di un esordio mondiale, ma soprattutto un viaggio emotivo che mi ha permesso di crescere e di aprire la mente".  

Oltre alla sua maglia, la collezione del Museo può contare su diversi cimeli di giocatrici come Morace, Vignotto, Panico, Gabbiadini, Brenzan che hanno fatto la storia della Nazionale azzurra. Secondo lei, tra le giocatrici attuali, chi potrebbe entrare a breve nel Museo del Calcio?

"Attualmente ci sono molte giocatrici che potrebbero arricchire la bacheca, anche se prima di loro mi piacerebbe vederne almeno tre storiche: Ferraguzzi, D’Astolfo e Carta".