
La FIGC capofila del progetto Europeo ‘Belong’ che promuove l’integrazione sociale degli adolescenti rifugiati
La Commissione Europea ha assegnato alla Federcalcio un progetto che si farà portatore di inclusione e impegno all’interno delle comunità locali, sottolineando il ruolo centrale delle attività sportive
venerdì 1 agosto 2025

Inclusione e sport, due sostantivi che viaggiano insieme. La Commissione Europea ha assegnato alla Federcalcio il progetto pilota ‘Belong’, un’iniziativa volta a promuovere l’integrazione sociale degli adolescenti rifugiati, una tematica urgente in tutta l’Unione Europea: d’altronde, lo sport è uno strumento importante per favorire l’integrazione sociale degli adolescenti rifugiati, specialmente quelli in un’età delicata come quella fra i 10 e i 18 anni.
‘Belong’ è un acronimo di ‘footBall Employed to faciLitate the integratiOn of adolesceNt refuGees’, ovvero l’utilizzo di uno strumento come il calcio per facilitare l’integrazione degli adolescenti rifugiati e il senso di accettazione. Si tratta di un vero e proprio partenariato collaborativo sostenuto dalla UEFA, in cui la FIGC, tre ONG locali fortemente presenti sul territorio (Solidarietà Caritas Onlus Firenze; Consorzio Gruppo CEIS Modena; Consorzio Gruppo CEIS Civitavecchia) e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (Unimore) svilupperanno una partnership diversificata e competente, mettendo a disposizione - in tre diversi contesti locali caratterizzati da una forte presenza di rifugiati - una metodologia scientificamente fondata per favorire l’inclusione sociale.
Sulla base dell’esperienza del Settore Giovanile e Scolastico, ‘Belong’ deriva ed estende l’ambito del Progetto ReTe: l’obiettivo sarà pertanto quello di fornire, tramite il supporto dei propri tecnici e psicologi, strumenti di formazione facili e pratici da utilizzare, nonché sviluppare attività sportive, fisiche ed educative per promuovere l’impegno nelle comunità locali. Un’ulteriore spinta all’inclusione tramite lo sport avverrà durante i tornei di calcio e gli incontri nelle scuole, dove gli adolescenti rifugiati avranno la possibilità di discutere le loro esperienze con i coetanei favorendo la creazione di legami. I ragazzi e le ragazze si alleneranno sotto la supervisione dei tecnici del Settore Giovanile e Scolastico, saranno coinvolti in attività educative non sportive, promuovendo il valore della salute, la fiducia reciproca e la cooperazione, la coesione sociale, evitando la devianza".