Hall of Fame

Altobelli, orgoglio azzurro: "Essere parte della storia della Nazionale è il più bel premio della mia carriera"

L'attaccante, entrato nella Hall of Fame come Calciatore Veterano, ha donato al Museo del Calcio la maglia indossata in un Italia-Malta del gennaio 1987, quando segnò una doppietta: "Ho sempre cercato di lasciare il segno"

lunedì 13 novembre 2023

Altobelli, orgoglio azzurro:

Il dono che Alessandro 'Spillo' Altobelli ha scelto per il Museo del Calcio di Coverciano, nel giorno dell'ingresso nella Hall of Fame del calcio italiano, è una maglia azzurra numero 9 indossata a Bergamo il 24 gennaio del 1987: un 5-0 a Malta in cui Altobelli segnò due gol. "Qualche maglia del 1982 l'ho regalata, qualcuna me l'hanno rubata". Quello che non potranno mai rubargli, però, sono i ricordi e un posto tra i più grandi attaccanti della storia del calcio italiano.

Ogni volta che si ascolta uno degli eroi di Spagna '82, sembra di tornare indietro di oltre 40 anni: "Il Mondiale del 1982 è stato particolare, specialeSiamo passati dalle stalle alle stelle. Iniziò malissimo, con critiche su critiche. Ma noi avevamo un grande allenatore, Enzo Bearzot, che era il nostro uomo in più. L'Italia aveva studiato tutto prima (scherza, ndr). Nelle prime gare facemmo male perché Bearzot capì che le partite sarebbero state sette e l'Italia arrivò alla migliore forma fisica a partire dalla quarta. La condizione fisica migliore arrivò nelle partite più importanti contro Argentina, Brasile Polonia e Germania: fu quello l'aspetto decisivo".

Altobelli, che tra pochi giorni compirà 68 anni, stringe con orgoglio il trofeo consegnatogli sul palco dell'Auditorium di Coverciano: è lui il Calciatore Veterano a essere entrato nella Hall of Fame in questa undicesima edizione. "Entrare a far parte della storia della Nazionale italiana è un premio che non tutti riescono a raggiungere, ed è per questo che mi sento orgoglioso e fortunato - confessa -. Essere parte di questa storia è il più bel premio della carriera. Ho sempre pensato che non è importante tanto partecipare, quanto lasciare il segno, e io ho sempre cercato di raggiungere questo obiettivo". Vuole lasciare il segno anche Luciano Spalletti, da tre mesi alla guida della Nazionale: "E' una squadra giovane, che mi piace: una squadra che non pensa a difendersi, ma guarda sempre avanti, all'attacco".