Nazionale U21

(Esclusiva) Francesco Bardi: Ho sempre fatto il portiere, anche da bambino. E quando subivo gol piangevo

martedì 2 settembre 2014

(Esclusiva) Francesco Bardi: Ho sempre fatto il portiere, anche da bambino. E quando subivo gol piangevo
Nato a Livorno il 18 gennaio 1992, il portiere dell'Under 21 Francesco Bardi, dopo le annate da protagonista nella squadra della sua città, ha appena iniziato una nuova avventura tra i pali del Chievo. Esordiente precoce con la maglia dell'Under 21 (a soli diciannove anni) e vicecampione d'Europa nel 2013, l'estremo difensore gialloblu è una delle colonne della nazionale di Di Biagio. In ritiro in vista del cruciale doppio impegno contro Serbia e Cipro per le Qualificazioni Europee, Bardi ha rilasciato un'intervista esclusiva a Vivo Azzurro. Nei prossimi giorni l'Under 21 affronterà Serbia e Cipro in due gare decisive per le qualificazioni agli Europei. E' carico il gruppo? Sappiamo che ci aspetteranno due sfide impegnative con squadre attrezzate. Il gruppo è motivato, ha voglia di far bene e tenere alti i colori della bandiera italiana. Daremo il massimo! Perin, Leali, Scuffet, Cragno... la tua è una generazione di giovani portieri italiani promettenti. Come ci si sente a farne parte? Sono molto contento che molti di noi si stiano affermando, perché ce lo meritiamo. Il nostro è un movimento importante, è una generazione con il giusto mix di qualità e coraggio, anche da parte dei club che stanno dimostrando di avere fiducia in noi. A marzo sei stato convocato per uno stage con la Nazionale maggiore. Cosa hai provato? E' stata una bella esperienza, positiva. Non capita tutti i giorni di essere chiamati in Nazionale. Per me è stato motivo di orgoglio e soddisfazione. A che età hai cominciato a giocare a pallone? Ho iniziato all'asilo, quando avevo quattro anni, grazie a una suora rumena che ci faceva giocare. Lei era una grande appassionata e mi pare che giocasse a buoni livelli, prima di prendere i voti. Hai iniziato subito come portiere? Sì mi è piaciuto sin dall'inizio. A differenza dei miei coetanei preferivo evitare i gol che farli. Mi ricordo che da piccolino non sopportavo prendere gol, tanto che quando ne subivo uno mi mettevo a piangere. Il mio babbo mi diceva di non prendermela e di giocare per divertirmi. Devo tutto ai miei genitori che sono stati sempre presenti e non mi hanno mai messo sotto pressione. Qual è il tuo punto di forza come portiere? Ho imparato a non abbattermi mai, senza esaltarmi nei momenti positivi o deprimermi in quelli negativi. Poi essendo giovane posso migliorare in tutto,  lavorando quotidianamente sempre cercando di dare il 100%. A chi ti ispiravi da bambino? Ai grandi portieri italiani, i vari Toldo, Peruzzi, Pagliuca. Anche se in assoluto direi Buffon: un grande portiere, simbolo dell'Italia. Che persona sei fuori dal campo di calcio? Sono un ragazzo normale, riservato e tranquillo. Non sono uno che fa baldoria. Mi piace chiacchierare con gli amici, guardare le partite di tennis e altri sport. Dopo una stagione da titolare in Serie A con il Livorno, hai appena iniziato una nuova avventura con il Chievo. Consiglieresti ai tifosi di acquistarti al Fantacalcio? Me lo domandano in tantissimi: gli amici e i tifosi che mi fermano per strada. Non saprei cosa rispondere. Posso solo dire che farò del mio meglio per non deludere i miei potenziali "acquirenti".