Nazionale U21

Intervista a Marco Benassi: "Un buon capitano deve avere semplicità e umiltà"

lunedì 9 novembre 2015

Intervista a Marco Benassi:
Nato a Modena l’8 settembre 1994, Marco Benassi è il Capitano dell’Under 21. Cresciuto nelle giovanili di Modena e Inter, è attualmente in forza al Torino, club con cui sta disputando un ottimo campionato, impreziosito da un gol-capolavoro messo a segno contro il Palermo. Forte di 13 gare e 3 gol con la maglia dell'Under 21, Benassi è stato intervistato in esclusiva da Vivo Azzurro, in occasione del ritiro di preparazione alle gare di qualificazione all’Europeo 2017 contro Serbia (venerdì 13 novembre a Novi Sad) e Lituania (martedì 17 a Castel di Sangro - Per info Biglietti clicca qui). Cosa deve avere un calciatore per essere un buon capitano? Semplicità e umiltà. Inoltre deve essere bravo a incoraggiare i compagni, cercando di aiutarli nei momenti di difficoltà. Da capitano dell’Under 21 a “giovane promessa" nel Torino, come vivi questi due contesti differenti? Sono due situazioni completamente opposte. Essere il capitano nell’Under 21 mi aiuta anche quando poi torno nel mio club. Mi dà consapevolezza, fiducia e una visione più ampia. Inoltre è parte di un percorso di crescita… prima o poi bisogna lasciare i panni della “giovane promessa” e iniziare a giocare per sentirsi importanti. Venerdì affronterete in trasferta la Serbia, squadra con voi in testa al gruppo, e forte di un bottino di 12 gol segnati e zero subiti... Sappiamo che sono forti, li conosciamo già dallo scorso anno. Non mollano mai, ma noi dovremo riuscire a fare ciò che stiamo provando in allenamento, mettendoci la giusta cattiveria agonistica. L’Under 21 attuale è più forte di quella dello scorso biennio? Abbiamo una buona squadra, che può ambire a diventare ancora più forte. Ma si vedrà sul campo. E ancora presto, anche se come base di partenza mi sembra abbia una marcia in più. Come è nata in te la passione per il calcio? La passione per il calcio ce l’ho da quando ero molto piccolo, solo che i miei genitori inizialmente non erano molto d’accordo; gli sembrava un gioco troppo aggressivo e avevano paura che mi facessi male. Così mi hanno fatto provare prima tutti gli sport possibili: pallavolo, tennis, nuoto ecc. Alla fine, siccome io non volevo fare nient’altro che giocare a pallone, si sono arresi. Adesso, scherzando mi dicono che avevo ragione io... Ti sei mai ispirato a qualche grande campione? Da piccolo giocavo in attacco e mi piaceva Ronaldo. Poi sono diventato centrocampista, e ho iniziato a seguire più Iniesta e, ultimamente, Verratti. A proposito di grandi campioni… lo splendido gol contro il Palermo “alla Van Basten” lo hai voluto o è stato fortunoso? A dire il vero l’ho cercato. Finora è stato sicuramente il gol più bello della mia carriera. Ma spero di farne molti altri ancora! In cosa ti senti di dovere migliorare maggiormente? Parecchio nella fase difensiva. Poi nella gestione della palla, specialmente quando serve tenerla. Sotto questi aspetti posso migliorare molto. Quando non giochi a pallone cosa ti piace fare? Seguo un po’ il tennis, e mi è sempre piaciuto andare al cinema. Tuttavia da quando ho messo su famiglia ed è nato mio figlio (Alessandro, 8 mesi n.d.r.) ho dovuto lasciare stare. Giocavo anche alla playstation, ma ora non la ho più… sono cambiate le mie priorità e mi dedico interamente alla famiglia. © E’ vietata la riproduzione di questo contenuto, se non espressamente accompagnata dalla citazione della fonte: www.vivoazzurro.it.