Nazionale Beach Soccer

Vicecampione ‘cum laude’, Luca Bertacca fra studio e sport: “La laurea una vittoria da Mondiale”

Il classe 2001, protagonista del 2° posto alla Coppa del Mondo di Dubai con la Nazionale di beach soccer, ha concluso con un 110 e lode il percorso triennale in Scienze Motorie: “Conciliare sport e studio è possibile”

martedì 5 marzo 2024

Vicecampione ‘cum laude’, Luca Bertacca fra studio e sport: “La laurea una vittoria da Mondiale”

Due impegni del genere, a distanza così ravvicinata, sono tutto fuorché facili da gestire: da una parte il Mondiale di beach soccer, dall’altra la discussione di una tesi di laurea. Per Luca Bertacca gli ultimi 20 giorni sono stati oltremodo impegnativi, portando però a risultati eccezionali. Ventitré anni da compiere il prossimo maggio, il campione viareggino è riuscito a districarsi alla grande: miglior giocatore del match nei quarti di finale con Tahiti, assoluto trascinatore degli Azzurri al 2° posto della Coppa del Mondo e ora fresco di laurea triennale in Scienze Motorie con il massimo dei voti.

LAUREA A DUBAI. Il 110 e lode della proclamazione sarebbe potuto persino arrivare negli Emirati Arabi: “Sono partito per Dubai con tutto il necessario per la celebrazione della laurea – ha raccontato proprio Bertacca -. Quando siamo partiti per il ritiro in Oman ancora non avevo una data precisa e discutere la tesi a distanza durante il Mondiale non era una possibilità così remota”. Tanto che nei momenti liberi una sbirciatina alla tesi l’ha data: “Sì, mi capitava di ripassare e dare una letta, era inevitabile. Ma ho vissuto tutto con grande serenità, sapevo che questi due grandi impegni si sarebbero potuti sovrapporre e sono rimasto concentrato al 100% su entrambi gli obiettivi”. Certamente la vittoria del Mondiale non si può barattare con la laurea, ma è un’altra medaglia da mettersi al petto: “È come aver vinto un Mondiale. Sono felice del percorso di studi fatto ma non voglio interromperlo: vorrei fare il preparatore atletico in futuro, ora l’obiettivo è una magistrale a Firenze. Voglio rendere nuovamente orgogliosi i miei genitori”.

I SACRIFICI. Già, la famiglia rappresenta per Bertacca un cardine imprescindibile. A 14 anni entra nel settore giovanile dello Spezia, dove arriva fino in Primavera, incrociando il suo cammino con ragazzi di belle speranze come Mulattieri e Morachioli – ora al Sassuolo e al Bari –. Una scelta che fa rima con sacrificio, quello che mamma e papà gli hanno sempre insegnato: “Andavo a scuola la mattina e una volta uscito prendevo il treno, andavo ad allenarmi a La Spezia e rientravo la sera. Fare il pendolare è stato impegnativo, ma altrettanto molto formativo”. Chiusa l’esperienza allo Spezia, arriva la prima vera ‘uscita’ da casa: Bertacca va a giocare in Serie D al Delta Porto Tolle in provincia di Rovigo: ha appena compiuto la maggiore età, resta 2 anni in Veneto, ma il richiamo del beach soccer, di casa e della Nazionale è troppo forte. “La passione per il calcio me l’ha trasmessa mio padre che mi ha fatto crescere, insieme a mio fratello, col pallone fra i piedi. E a Viareggio non puoi esimerti dal giocare sulla sabbia, il beach soccer è una religione”.

VIAREGGIO. Bertacca si fa notare al ‘Matteo Valenti’, il più famoso torneo cittadino e il Viareggio Beach Soccer non se lo fa sfuggire. È una folgorazione: Luca sembra nato per dominare la sabbia. “Quando si è concretizzata la possibilità di giocare per la Nazionale non ci è voluto molto per farmi prendere una scelta importante. Ho deciso di ripartire da Viareggio, di scendere di categoria con il calcio, ma questo mi ha permesso di tornare a casa, vicino ai miei genitori, vicino ai miei amici e di potermi dedicare più liberamente al beach soccer. Non ho rimpianti per la scelta che ho fatto: mi ha portato in breve tempo a vincere tanto, non è una cosa che capita tutti i giorni. Col calcio difficilmente avrei vissuto queste emozioni”. A 22 anni, con una laurea in Scienze Motorie, 2 scudetti U20, 1 in Serie A, un campionato Europeo, una medaglia d’argento ai Giochi Olimpici Europei, il premio di miglior giovane al mondo nel 2022 e un 2° posto al Mondiale 2024, studio e sport, sì, possono viaggiare di pari passo.