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Italia-Rep. Ceca: prima della gara le celebrazioni per i 100 anni di Piola

martedì 10 settembre 2013

Italia-Rep. Ceca: prima della gara le celebrazioni per i 100 anni di Piola

La Figc celebra questa sera, in occasione della partita della Nazionale contro la Repubblica Ceca allo stadio Olimpico di Torino, il centenario della nascita di Silvio Piola, ex azzurro e più grande cannoniere di tutti i tempi, campione del Mondo con la Nazionale Italiana nel 1938, l’attaccante che detiene ancora oggi il record del maggior numero di gol (sei) segnati in una partita di Serie A.
Prima dell’inizio della partita la figlia di Silvio Piola, signora Paola, e i nipoti riceveranno dal presidente della Figc Giancarlo Abete una targa commemorativa.
Sulla figura di Silvio Piola, abbiamo chiesto un ricordo a Mario Pennacchia, giornalista e storico del calcio.

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Il debutto in Serie A di Silvio Piola, a poco più di 16 anni, fu deciso dall’allenatore della Pro Vercelli Nagy sollecitato dal capitano Ardissone, carrettiere di mestiere tanto rispettato dai compagni che gli davano del lei, ma l’esordio in Nazionale fu imposto dalla sorte. L’immaginifico Bruno Roghi, il padre del giornalismo sportivo italiano, sosteneva che, come nell’antichità i grandi atleti erano cari agli dei, in ogni tempo la sorte continuava a prediligerli. E portava ad esempio l’avvento di Piola in Nazionale.
Nel marzo 1935, in preparazione alla trasferta di Vienna – dove l’Italia  non era mai riuscita a battere il famoso «Wunderteam», lo squadrone guidato da Ugo Meisl – il CT Pozzo aveva radunato gli Azzurri a Rovigo. Piola non solo non era tra i convocati per Vienna, ma gli era stato preferito Borel II anche per l’incontro tra le rappresentative cadette italiana e ungherese che inaugurava il nuovo stadio di Livorno.
Il ricordo di Silvio:
“Fu il generale Vaccaro, presidente della Federazione, a farmi debuttare in Nazionale a Vienna in sostituzione dell’infortunato Meazza. La sua fu una decisione coraggiosa, sfidò l’intera opinione pubblica e perfino il commissario Pozzo, che ne era all’oscuro, dovette accettarla. Dopo la partita nessuno si ricordò di Vaccaro e tutti elogiarono Pozzo! Ma io non dimenticherò mai quel momento nello stadio di Vienna quando, prima di andare in campo, il generale mi prese da una parte e mi disse: «Sono stato io e credere in te e adesso sono ancora più convinto di aver agito nel modo migliore. Gioca alla vercellese, non ho bisogno di dirti altro». Dopo la prima vittoria azzurra conquistata sul campo austriaco con i miei due gol, il generale negli spogliatoi mi abbracciò e mi disse che lui in guerra contro l’Austria aveva ricevuto una medaglia d’argento, ma io quel giorno ne avevo meritata una d’oro. Non sono mai stato tanto orgoglioso come in quel momento, ancora non avevo compiuto ventidue anni.”
Fu l’esordio più abbagliante della storia azzurra. Sesto minuto del secondo tempo: triangolazione De Maria-Ferrari-De Maria, lancio a Piola, volata imperiosa e a una ventina di metri dalla porta tiro folgore: Austria 0 – Italia 1. Vana la rabbiosa reazione austriaca e a nove minuti dalla fine lancio di Mascheroni a Piola: vinto un violento contrasto, nuova volata verso la rete, portiere Platzer aggirato, palla accompagnata in rete: Austria 0 – Piola 2.
Al ritorno a Roma i tifosi entusiasti lo strapparono dal finestrino del treno mentre i critici europei, superato lo stupore, lo accolsero nel Gotha dei più celebrati attaccanti non ponendo limiti al suo orizzonte. Tre anni dopo eccolo campione del mondo e capocannoniere a Parigi, con due gol all’Ungheria di Sarosi nella finale..
Ma per quanto lo avesse a cuore, la sorte non riuscì ad impedire che la guerra gli rubasse due campionati mondiali (perché furono sospesi), due campionati nazionali, decine di partite e di gol.                             
A Vienna 1935 e a Parigi 1938, la sua formidabile tempra gli permise di aggiungere una terza data alla sua leggenda: Firenze 1952. La sua 34.ma e ultima partita in maglia azzurra, chiamato a indossarla a furor di popolo a 39 anni e contro l’imbattibile Inghilterra.
Il suo ricordo:
  “Quando fui convocato a 39 anni per Italia-Inghilterra a Firenze una parte della critica si scagliò contro il Commissario tecnico Beretta. Tanto da farmi riflettere a lungo davanti allo specchio per vedere se mi fossi davvero ridotto da far pena. Ci battemmo gagliardamente, finì 1-1, ma i grandi elogi non cancellarono la ferita“.
Non era nel suo stile ricordarlo: lasciò il campo in trionfo.
Esordiente a 16 anni in Serie A domenica 16 febbraio 1930,  il più grande cannoniere italiano di ogni tempo realizza il primo gol a 17 anni e lascia  definitivamente il campo il 7marzo 1954 con l’ultimo gol segnato a quasi 41 anni, dopo 24 da superbo protagonista.
Pro Vercelli, Lazio, Juventus, Torino, Novara e l’amata Nazionale: con  queste maglie ha trasmesso la sua eredità incancellabile.

CURRICULUM DI SILVIO PIOLA

NAZIONALE : 24-3-1935 / 18-5-1952

Presenze 34 (Riva 35, Meazza 33)

Gol 30  media 0,88  (Riva 0,83 – Meazza 0,62)

NAZIONALE B: PRESENZE 6 – GOL 11

SERIE A : 16-2-1930  /  7-3-1954

Presenze Serie A : 566 + 22 Torino 1944
Pro Vercelli 127, Lazio 227, Juventus 57, Novara 155, Torino (1944) 22
Serie B :Novara 30

Gol Serie A: 290 + 27 Torino 1944 –   record 6 gol in una partita (Pro Vercelli-Fiorentina 7-2 – campionato 1933-34)
Lazio  143, Novara  70, Pro Vercelli 51, Juventus 26, Torino (1944) 27
Serie B : Novara 16

TOTALE ASSOLUTO: partite disputate 674 – gol 333

(comprese 16 presenze nelle Coppe, esclusi tornei e gare amichevoli)