Arbitri - Norme comportamentali – Doveri di osservanza – Divieti – Principi
Ai principi ispiratori a base dell’Ordinamento sportivo, sono altresì ispirati quelli enunciati nell’art. 42, comma 3, lett. a) e c) del Regolamento AIA, ove è fatto obbligo agli Arbitri di “rispettare il codice etico e di comportamento” (lett. a), e “di improntare il loro comportamento […] nei rapporti con colleghi e terzi, ai principi di lealtà, trasparenza, rettitudine e della comune morale, a difesa della credibilità ed immagine dell’AIA e del loro ruolo arbitrale”.
Il Codice etico e di comportamento, a sua volta, enuncia in modo esplicito quali siano i valori irrinunciabili ed imprescindibili a base dell’attività arbitrale, individuati nella “correttezza e lealtà”, tra loro connessi dalla cultura del “fair play”, “valore da applicare non solamente sui campi di gioco ma a cui riferirsi come stile di vita, attraverso il rifiuto dell’inganno e delle astuzie finalizzate al perseguimento di vantaggi e/o profitti non parimenti raggiungibili con le sole proprie capacità ” (art. 3, co. 2, Codice Etico), la cui violazione comporta la soggezione ai “conseguenti provvedimenti sanzionatori previsti dalla propria normativa interna” (comma 4, art. cit.).
In ragione di tali valori, pertanto, i comportamenti degli arbitri tutti devono uniformarsi ai principi enunciati dal successivo art. 6.1 del citato Regolamento e devono essere espressione di legalità; riferirsi al senso di giustizia; rispettare i ruoli istituzionali ricoperti; essere improntati allo spirito di solidarietà ed essere accumunati dal sentimento di mutua considerazione e reciproco rispetto; garantire l’indipendenza e la serenità dell’attività di tutti gli addetti e respingere ogni forma di ingerenza.
Stagione: 2024-2025
Numero: 43/TFN/2024-2025/B
Presidente: Sica
Relatore: Citarella
Riferimenti normativi: art. 42, comma 3 lett. a) e c) del Regolamento Associazione Italiana Arbitri - artt. 3, co. 2 e 42, e 6.1 del Codice Etico e di Comportamento dell’Associazione Italiana Arbitri