
"Non Solo Piedi Buoni": l'intervista a Buba Colley
domenica 11 maggio 2025

Mi chiamo Buba e sono un attaccante della squadra Allievi under 17 dell’Orlando Calcio.
La mia passione per il calcio è stata per me una medicina che mi ha aiutato a superare le grandi difficoltà della mia infanzia. Sono originario del Gambia, un piccolo stato africano affacciato sul golfo di Guinea e sull’oceano Atlantico.
Quando ero piccolissimo mio padre è morto e io non ho nessun ricordo di lui. Poi, all’età di 6 anni è morta anche mia mamma. Tutti e due se ne sono andati per motivi di salute, ricoverati all’ospedale per delle malattie che non ricordo ma che si sono rivelate incurabili almeno per la sanità del Gambia. Così io mi sono trasferito insieme alla mia sorellina a casa di una zia, spostandomi dal villaggio di Kanilai dove ero nato (vicino al confine con il Senegal) a una città più grande chiamata Farato. A Farato ho fatto le scuole elementari, ma all’età di 10 anni ho dovuto smettere di studiare perché mia zia non aveva trovato uno sponsor, come si dice da noi, ovvero i soldi per iscrivermi alla scuola secondaria che era a pagamento. Mia zia non aveva i soldi per mantenermi così a 10 anni ho dovuto iniziare a lavorare. Per due anni ho lavorato come aiutante di un camionista che trasportava banane e altri generi alimentari in giro per il Gambia. Io lo aiutavo a caricare e scaricare e anche a risolvere qualche piccolo guasto quando il motore del camion faceva le bizze. Ho anche imparato a guidare il camion su strade poco trafficate, stando in piedi anziché seduto per arrivare a schiacciare i pedali. Aiutando il camionista, che mi voleva molto bene, ho guadagnato qualche soldo che mi è servito per prendere a noleggio una piccola automobile con cui ho iniziato a lavorare da solo come tassista: senza patente ovviamente (avevo solo 12 anni) viaggiando su strade secondarie lontano dal centro delle città.
Nelle pause di lavoro giocavo a calcio in una squadra giovanile di Farato, iniziando a segnare i primi gol: rispetto al calcio italiano, in Gambia il gioco era molto fisico e l’arbitro permetteva molti più falli del dovuto. La mia “carriera” come giovane calciatore si è interrotta quando ho deciso di partire per cercare un futuro migliore in Europa. Il mio viaggio dal Gambia a Livorno è durato tre anni: ho viaggiato in pullman attraverso il Senegal e il Mali, senza documenti, pagando un sacco di soldi alla polizia di frontiera per attraversare i confini. In Algeria ho lavorato per più di un anno come muratore, per trovare i soldi che servivano alla continuazione del viaggio, e poi mi sono spostato in Tunisia per la traversata in mare, lo scorso novembre. Eravamo quasi 50 passeggeri su una barca lunga solo 9 metri: uno sopra all’altro, con diversi bambini a bordo. Dopo qualche ora il carburante della barca si esaurì, e così noi rimanemmo alla deriva in mezzo al mare per più di due giorni, senza cibo e senza acqua. Bevevamo la pipì e l’acqua salata, avevamo tanta paura di morire, ma per fortuna siamo stati portati in salvo da una imbarcazione di soccorso che ci ha fatto arrivare fino a Lampedusa. Da lì abbiamo proseguito per la Sicilia e da lì su un pullman fino a Livorno, dopo un’altra breve sosta in un centro di accoglienza vicino a Siena.
A Livorno mi sto trovando bene nell’appartamento della Caritas nel centro della città dove mi trovo ad abitare da un paio di mesi. Sto andando a scuola di italiano, lingua che ancora non parlo per niente, cavandomela però con l’inglese. E poi, grazie a un bellissimo regalo che gli educatori del centro di accoglienza mi hanno fatto, mi sono iscritto nella squadra under 17 dell’Orlando. Dopo pochi allenamenti mister Valerio mi ha fatto entrare e io alla prima presenza nel calcio italiano ho segnato un gol che non dimenticherò mai: di testa, quasi all’ultimo minuto, regalando alla nostra squadra il pareggio contro la Volterrana.
Sono contento di giocare a calcio non solo perché è la mia più grande passione, ma anche perché attraverso lo sport sto facendo amicizia con dei ragazzi italiani, miei nuovi compagni di squadra all’Orlando, che mi stanno aiutando a sentirmi a casa fin da subito qui a Livorno.
E poi, sempre grazie al calcio, sto partecipando in queste ultime settimane a un progetto di volontariato insieme ai miei compagni di squadra presso la casa famiglia di suor Raffaella, che mi ha portato fortuna visto che il giorno del mio primo gol c’era anche lei (con i bambini della casa Papa Francesco) a bordo campo a fare il tifo. Ieri sera insieme ai ragazzi più grandi della casa famiglia e insieme a suor Raffaella sono stato a dare una mano alla squadra di volontari che ogni mercoledì sera serve un piatto caldo di minestra di legumi alle persone senza casa che dormono in rifugi di fortuna vicino alla stazione di Livorno. Mi ha colpito vedere un gruppo di volontari tutto composto da ragazzi e ragazze della mia età. In Gambia un recipiente anche grande di minestra come quello che avevamo noi ieri da distribuire sarebbe durato un minuto soltanto: un sacco di persone lo avrebbero preso d’assalto. Qui a Livorno invece c’è voluto quasi un’ora prima di finire la minestra nel contenitore. Le persone che hanno fame sono poche, per fortuna. Però ci sono, alcune anche donne. Ho visto alcune di queste persone sistemarsi per terra per dormire nell’atrio della stazione. Mi sono sentito fortunato di essere appena arrivato in città e di avere già una bella casa dove stare e un sacco di servizi a mia disposizione. Poi siamo tornati alla chiesa vicino all’ospedale da dove eravamo partiti con la nostra attrezzatura da “ristorante mobile” e abbiamo cenato tutti insieme. Sono musulmano ma non mi sono sentito a disagio dentro la chiesa. Uno dei ragazzi in particolare, Alessio, si è fermato a lungo a parlare con me raccontandomi della sua passione per il canottaggio e per le regate in cui i quartieri della città sono in gara l’uno contro l’altro. Quest’estate non vedo l’ora di vedere anche io i gozzi sfrecciare dentro i canali della fortezza vicino al centro di accoglienza. Quante cose devo ancora vedere e conoscere per diventare un vero livornese!!!