Confederations Cup

Gli Azzurri a Borgonovo: “Avremmo voluto dedicarti la vittoria”

venerdì 28 giugno 2013

Gli Azzurri a Borgonovo: “Avremmo voluto dedicarti la vittoria”

La notizia l’hanno appresa all’arrivo allo stadio Castelao, pochi minuti prima di scendere in campo per la semifinale con la Spagna. Per gli Azzurri la morte di Stefano Borgonovo è stata uno choc: per alcuni era un amico, per tutti era un esempio da seguire per il modo coraggioso con cui è riuscito ad affrontare la sua malattia. La Nazionale, con cui aveva esordito il 22 febbraio 1989 in un’amichevole con la Danimarca collezionando tre presenze, è scesa in campo con il lutto al braccio e avrebbe voluto dedicargli un successo che purtroppo è sfumato ai calci di rigore: “Era una persona che abbiamo conosciuto – ha confermato Giorgio Chiellini - volevamo dedicargli la vittoria, purtroppo non è stato possibile. Un grande abbraccio a tutti i suoi cari".

Cesare Prandelli ha conosciuto Borgonovo e ha avuto modo di apprezzarne la grande forza d’animo e il coraggio con cui ha lottato contro la Sla:  “Dedico questa gara a lui e alla sua straordinaria famiglia – ha dichiarato subito dopo il match con la Spagna - hanno vissuto un dramma con grande serenità''.
Anche Mario Balotelli, tornato in Italia dopo l’infortunio che ha messo fine alla sua Confederations Cup, ha voluto dedicargli un pensiero su Twitter: ''La tua forza è stata un insegnamento di vita per tutti. Ciao Stefano, sarai sempre con me. Con noi! Addio''. A Fortaleza il presidente federale Giancarlo Abete ha sottolineato come il gioco espresso dall’Italia con la Spagna sia stato il modo migliore per ricordare Borgonovo: “I ragazzi hanno onorato al meglio un loro compagno, che ha anche giocato in Nazionale. Ha testimoniato coraggio e serenità, ha dato a tutti noi il senso che le battaglie vanno sempre combattute”.
Parole ricche di commozione quelle del vicepresidente federale e capo delegazione degli Azzurri Demetrio Albertini, compagno di squadra di Borgonovo ai tempi del Milan: “Stefano è stato un gran giocatore, un ragazzo timido, un combattente indomabile contro la sua malattia. L’ha affrontata con una forza smisurata perché voleva essere d’aiuto per gli altri. E poi la sua difesa del calcio è stato un altro atto d’amore. Eravamo ragazzi – ha ricordato - non avevo la patente e Stefano, che invece guidava, mi accompagnava  a casa. Era di Giussano, pochi chilometri da casa mia. Giocavamo insieme nel Milan di Sacchi''.

E lo stesso Sacchi, che lo ha allenato nella stagione 89’-90’, lo ha stimato come uomo ancor prima che come calciatore: “Ha lottato con una forza interiore e una dignità straordinarie contro una bruttissima malattia come la Sla per oltre 10 anni. Un eroe. E' stato davvero sfortunato, ma ha dimostrato una voglia di vivere e di stare con la sua famiglia davvero uniche. Fu fondamentale – ha ricordato il coordinatore della Nazionali giovanili - nella nostra vittoria della Coppa dei Campioni nel 1990,  quando segnò un gol decisivo nella semifinale contro il Bayern, ma di lui più che le qualità calcistiche, ricorderò sempre la voglia di  vivere e di lottare. Spero solo che vada a stare meglio".
I funerali di Borgonovo saranno celebrati lunedì alle 14.30 nella chiesa Santi Filippo e Giacomo di Giussano.