La Gazzetta dello Sport

Il racconto della gara da La Gazzetta dello Sport del 25 giugno 2012 attraverso l’editoriale di Andrea Monti e le pagelle di Sebastiano Vernazza

L’Editoriale di Andrea Monti

L’Italia più bella. Adesso il limite è solo il cielo

La più bella Nazionale dai tempi del Mondiale di Germania conquista la semifinale di Euro 2012 ai calci di rigore. Avrebbe strameritato di chiuderla prima ma la sofferenza rende ancor più bella la notizia di questa straordinaria domenica. C'è un'Italia che vince. Vince col cuore, con classe, con grinta. Non bisogna esagerare con le similitudini tra sport e vita, ma il trionfo degli azzurri a Kiev sull'Inghilterra e l'incredibile vittoria della Ferrari a Valencia è una di quelle doppiette che tirano su lo spirito in questi tempi grami. La magnifica banda Prandelli tra i primi quattro d'Europa alla faccia dei foschi presagi che avevano accompagnato la spedizione e quel genio di Alonso saldamente in testa al Mondiale benché stavolta gli toccasse di partire all'undicesima casella. Chi l'avrebbe detto? La morale è la solita, magari un po' consunta ma decisamente consolatoria perché funziona sui campi di gara come nella politica: bisogna crederci sempre, anche quando la sfida è improba e lo spread tra noi e gli altri sembra incolmabile. Ce la ricorderemo a lungo questa giornata di passione e di riscossa. Ieri, domenica 24 giugno, si celebrava San Giovanni Battista, profeta e martire. L'impressione è che «il più grande tra i nati di donna» abbia guardato giù fissando il suo sguardo benigno sul circuito di Valencia in almeno un paio di occasioni: l'ingresso della safety car e lo stop del lanciatissimo Vettel. Il resto ce l'ha messo il pilota spagnolo davanti alla sua gente inanellando una serie di sorpassi memorabili. In serata, la benevolenza del Battista si è estesa all'Olimpico di Kiev, facendoci la grazia sulle uniche due conclusioni rombanti di Johnson e Welbeck con la devota collaborazione di san Gigi Buffon, e propiziando la vittoria finale nella lotteria dei rigori. Ciò detto l'Italia, oltre a tutto il resto, ha colpito due pali e strapazzato i maestri inglesi. Il primo tempo è stato il più bello scampolo di calcio sinora in questo Europeo. Erano anni che gli azzurri non producevano cinque nitide palle gol contro un avversario di rango, compresa una stupenda conclusione di De Rossi sul palo interno a quattro minuti dall'avvio. Se Balotelli si decidesse a considerare, oltre a sé stesso, anche gli avversari che sono pagati per rinvenire sull'attaccante, avremmo chiuso in vantaggio e ci saremmo risparmiati i patimenti successivi. Nel secondo tempo, stesso spartito e stessa musica. Italia in controllo, anzi in dominio. Altre cinque, sei occasioni, la più grossa se la mangia De Rossi a un passo dalla porta, la più bella la toglie il solito Johnson dal piede di Nocerino a pochi istanti dalla fine. Sarebbe stato il giusto colpo del ko. Invece ci sono toccati i supplementari e il supplizio dei rigori. Alla fine; San Giovanni, che non fa inganni, decide che ce n'è abbastanza e che ci siamo guadagnati il Paradiso con gli interessi. Ora siamo tra le quattro squadre di vertice del continente. E il calcio espresso sinora in questo Europeo, seppure non eccelso, è migliore di quello visto in Sudafrica. Il che conferma che la festa è qui. E qui si misurano, al netto di Brasile e Argentina, i valori in campo internazionale. Comunque vada a finire, il progetto di Prandelli ci porterà dritto al Mondiale brasiliano. La linea è tracciata, senza nascondersi le difficoltà. Nei prossimi due anni dovremo fare tesoro, con umiltà e saggezza, della splendida vittoria di ieri. Nel 2014, Pirlo e Buffon avranno superato i 35 anni. È evidente che il calcio italiano, dotato di pochi e formidabili campioni, così avaro nel far crescere giovani talenti, dovrà cambiare registro. E la Federazione, che ha vinto una splendida scommessa, dev'essere il motore del cambiamento. Non vogliamo più sentire che Giovinco e Immobile sono troppo leggeri. O vedere Destro e Borini in panchina nei loro club. Largo ai Verratti e al resto dei giovani piedi buoni in Serie A, come succede in Germania. Giovedì 28 a Varsavia ci toccano proprio i tedeschi. Sarebbe bello dimostrare che non ci servono lezioni. Sono forti, d'accordo, ma dopo ieri sera, per l'Italia di Prandelli il limite è il cielo.

Le pagelle 

di Sebastiano Vernazza

De Rossi sfortunato, a Montolivo il compito più difficile, Bonucci ferma tutti

  • BUFFON 7,5 – È sua la manona che arpiona il tiro da vicino di Johnson. Movimento che ci ha ricordato la pubblicità dell’acqua in cui Super Gigi fa qualcosa di simile. Per il resto sta in souplesse, corricchia su sé stesso. Gli inglesi girano al largo. Para il rigore della svolta, quello su Cole.
  • ABATE 6,5 – Per un tempo, anima persa a destra. Young, Cole e Rooney lo puntano e lo tagliano fuori. Sulle fasce l’Inghilterra esercita una naturale superiorità numerica, per ragioni di sistema. Nella ripresa Abate ricomincia a predicare: peccato per i cross nel deserto.
  • BARZAGLI 7 – Ci vuole altro che il giovane Welbeck per spaventare «Barzaglione», maestro nel posizionarsi. Qualche guaio quando gli inglesi trovano i corridoi per puntare la difesa azzurra face to face. Più passano i minuti e più Rooney sbatte contro questo armadio vestito d’azzurro.
  • BONUCCI 7,5 – Il Bonucci che non ti aspetti. Deciso, ma non sbruffone. Elegante, ma non svampito. Sbroglia più di un intreccio. Non si fa impressionare da Rooney, che al suo cospetto in più di un’occasione rimedia la figura del barilotto. Un Bonucci che cammina sulle sue gambe, senza bisogno di appoggi.
  • BALZARETTI 6,5 – Primo quarto d’ora da incubo. Johnson e Milner lo affettano come un prosciutto. Balzaretti ondeggia, però non si scoraggia. Col passare dei minuti ripiglia colore e molto restituisce, con gli interessi. Gli toccano per giunta i bocconi peggiori, i martellanti Milner e Johnson.
  • MARCHISIO 6,5 – Non lo vedi, ma lo senti. Tesse la tela del suo pressing, è ovunque ci sia bisogno. La nostra superiorità in mezzo poggia sulle sue rincorse. Non si inserisce e non si fa valere al tiro, ma calcolate che siamo a fine giugno: quante maratone ha corso Marchisio in questa stagione?
  • DE ROSSI 7,5 – Come biglietto da visita il sinistro che scrolla un palo di Hart. Avesse segnato, lo avremmo iscritto al concorso del gol dell’anno. «Twitta» alla grande con Pirlo: scambiano palloni e posizioni. Gol sbagliato da due passi, ma è un dettaglio. Esce per acciacchi.
  • PIRLO 7,5 – Contro l’Irlanda si era preso una serata di riposo. Giusto, anche Pirlo ha diritto di staccare. A Kiev si è rivisto il comandante che conosciamo, roba che se a bordo ci fosse stato lui e non Schettino la famosa nave non sarebbe mai affondata. Lo scavetto dal dischetto è lo sberleffo a Sua Maestà.
  • MONTOLIVO 7 – A lui il ruolo più difficile. Chi fa il trequartista muore, nella Nazionale di Prandelli. Il «Monto» però salva la pelle. Prestazione intelligente, metà rifinitore (una gran palla di prima per Balo) e metà mediano (il lavoro sporco). Sbaglia un rigore, ma a questo punto chissenefrega.
  • BALOTELLII 6,5 – Pirlo lo imbocca. «Ragazzo, vai e segna», ma Mario tocca il pallone due volte di troppo e si fa murare da Terry. Perde l’attimo un’altra volta su invito di Cassano, non sfonda la rete in occasione della «tripla», ma tiri in porta 6 volte e si riscatta ai rigori: che freddezza, che precisione.
  • CASSANO 5,5 – Aspettando la genialata, che però non gli viene. La fisicità dell’Inghilterra ne mette a nudo la condizione atletica, che è semi-fantozziana. Da salvare l’assist di testa per Balo e un tiro che costringe Hart a goffa respinta. Andava sostituito prima, a lungo abbiamo giocato con un attaccante in meno.
  • DIAMANTI 7,5 – Viene da una carriera in salita. Fino a pochi anni fa remava nel mare magnum dell’ex Serie C. Adesso entra nel quarto di un Europeo, e si concede il lusso di colpire un palo e di segnare il rigore decisivo, come Grosso in Germania. Che sfrontatezza, che personalità. Vai Diamantino.
  • NOCERINO 7 – Quando entra, si trasforma nel pericoloso attaccante che conosciamo. Gli annullano il gol della vittoria: giusto, il fuorigioco c’era, anche se per pochi centimetri, e comunque lui era lì, dove doveva essere. Poi si assume la responsabilità di un rigore pesantissimo e lo trasforma.
  • MAGGIO 6

Il Commissario Tecnico

PRANDELLI CT 8 – La rivoluzione culturale è compiuta. Se in un quarto di finale dell’Europeo prendi l’Inghilterra per il collo e la sbatti di qua e di là, significa che il nostro calcio ha svoltato. L’Italia non è più squadra femmina, che fa le fusa e aspetta. «Italy rules», l’Italia governa, per dirla all’inglese.