Da un'idea di Luigi Ridolfi: il 6 novembre 1958 viene inaugurato il Centro Tecnico federale di Coverciano
Un centro per il calcio italiano, che permettesse ai calciatori di avere qui tutto: dai campi per l’allenamento alla struttura ricettiva. Un’idea innovativa per l’epoca, negli anni Cinquanta, e che pare venne in mente al marchese Luigi Ridolfi già molto prima, a metà degli anni Trenta, passeggiando per il villaggio olimpico di Berlino nel 1936.
Fu poi la tragedia di Superga del 1949 – che di fatto distrusse sia il club più forte d’Italia che l’ossatura della Nazionale – uno dei motivi scatenanti che diede il la alla creazione di un simile centro, con l’obiettivo di sviluppare l’attività giovanile, di preparare le varie Nazionali e di formare i tecnici. Venne quindi istituita una Commissione Tecnica Federale dedita all’impiantistica sportiva con questo focus, presieduta proprio dal ‘visionario’ – nel senso più positivo del termine, di persona con ampie e futuribili visioni – Luigi Ridolfi, già presidente della FIGC e della FIDAL, la Federazione di Atletica Leggera.
L’8 maggio del 1951 la commissione approvò l’ipotesi progettuale di un simile centro e un anno più tardi, nel 1952, la scelta ricadde su Firenze: l’idea era quella di posizionarsi in un luogo al centro della penisola italiana, raggiungibile sia da nord che da sud, e il capoluogo toscano venne scelto – al posto di terreni nelle zone di Arezzo e Montecatini Terme - grazie anche al contributo economico presentato dal sindaco di Firenze, Giorgio La Pira. Il successivo concorso – indetto da una nuova commissione, presieduta da Luigi Ridolfi e Dante Berretti - per scegliere il progetto definitivo fu quindi vinto dagli architetti Arnaldo degli Innocenti e Francesco Tiezzi, che vollero ricreare lo stile delle ville medicee circostanti nel futuro centro sportivo.
La zona dove si sarebbe poi insediato il Centro Tecnico Federale, a Coverciano, nella parte sud di Firenze, è una zona peraltro ricca di richiami storici e artistici: poco distante da qui, a Poggio Gherardo, Boccaccio ambientò parte del suo Decamerone e dal Monte Ceceri – che si intravede dai campi del CTF – nel 1506 Leonardo da Vinci fede tentare il primo ‘volo umano’, progettando una macchina poi utilizzata da tale ‘Zoroastro da Peretola’, pseudonimo di Tommaso Masini, che atterrò non lontano dagli attuali campi da gioco. Sopravvivendo, ma riportando diverse fratture… E poi, vicino all’entrata del CTF Aldo Palazzeschi ha ambientato il suo romanzo ‘Sorelle Materassi’ e l’indirizzo dello stesso centro federale è in Via D’Annunzio, perché da queste parti il Vate si ritrovava con la sua amante, l’attrice Eleonora Duse (a cui è intitolata una via che interseca proprio Via D’Annunzio).
Nel 1958, esattamente il 6 novembre, venne inaugurato il CTF, intitolato proprio a ‘Luigi Ridolfi’. Già, perché il marchese non ebbe mai l’opportunità di vedere completata la ‘sua’ opera, scomparendo improvvisamente poco prima, il 31 maggio dello stesso anno a Padova. Aveva seguito personalmente tutti i lavori e, quando poteva, viaggiava in giro per l’Europa, in macchina, in compagnia del futuro direttore tecnico della Nazionale, Alfredo Foni, per trovare ispirazione per il CTF.
L’inaugurazione avvenne nel piazzale del Centro Tecnico Federale alla presenza della Nazionale maggiore e di quella cadetti, in divisa da gara, con una compagnia di Carabinieri a cavallo mentre la bandiera italiana si alzava sul pennone sulle note dell’inno di Mameli suonato dalla banda. Quindi la benedizione del centro da parte del Cardinale di Firenze Elia Dalla Costa, lo svelamento della targa commemorativa a Luigi Ridolfi e il discorso celebrativo pronunciato dal commissario straordinario della FIGC, Bruno Zauli, nell’aula magna. Il tutto sotto la regia organizzativa dell’allora presidente della Lega di IV Serie, Artemio Franchi…